Nome di battaglia di
Sebastian Guillen
Vicente. Capo dell'EZLN. Ex insegnante, presumibilmente di origine e
formazione europea, arrivò per la prima volta in Chiapas alla metà
degli anni Ottanta, ponendosi a capo della lotta zapatista per il riconoscimento
dei diritti degli Indios di ascendenza maya dello Stato sud-orientale messicano.
Dopo aver guidato la prima insurrezione nel 1991, assurse a notorietà
internazionale il 1° gennaio 1994 quando, in concomitanza con l'entrata in
vigore del NAFTA, occupò a scopo dimostrativo le città di San
Cristóbal de las Casas, Ocosingo e Las Margaritas, rivendicando numerose
riforme, tra cui l'autogoverno indigeno e il ritorno alle antiche
proprietà comuni, e dando così inizio alla lotta dell'EZLN contro
il Governo centrale messicano. Nel 1996 il
S.M. e l'EZLN firmarono gli
Accordi di San Andrés, in base ai quali il Governo, in cambio della
cessazione della guerriglia zapatista, si impegnava, tra l'altro, a non
utilizzare l'esercito contro le popolazioni indigene del Chiapas. La scarsa
applicazione di tali accordi da parte del potere centrale convinse il
S.M. e l'EZLN a proseguire nella loro lotta. Nel marzo 2001, per la prima
volta dal 1994, il
S.M. lasciò il suo rifugio clandestino
abituale, la foresta Lacandona, per porsi alla testa di una marcia che dal
Chiapas si diresse verso Città del Messico allo scopo di incontrare il
presidente Vicente Fox (vittorioso nel 2000 sul candidato del PRI, il
partito-Stato che aveva governato il Messico ininterrottamente per 71 anni): i
guerriglieri, in cambio della cessazione delle ostilità, chiedevano al
Governo centrale messicano il riconoscimento costituzionale dei diritti degli
Indios e l'abbandono della politica economica neoliberista. Il mese successivo
il Parlamento varò un disegno di legge a favore degli Indios, che
tuttavia il
S.M. rifiutò, annunciando di essere intenzionato a
proseguire la ribellione nel Chiapas. Personaggio mitico, capace di servirsi di
tutti i media (stampa, televisione, radio, Internet) per far conoscere al mondo
la realtà del Chiapas, è diventato un emblema della
gioventù di mezzo mondo, con il suo passamontagna sempre sul volto, la
sua pipa in bocca, il fazzoletto intorno al collo, la cuffia e il microfono
collegati a una ricetrasmittente, la cartucciera del fucile e della pistola, la
divisa verde militare. Si fa chiamare "subcomandante" a indicare la propria
sottomissione a un organismo superiore, ossia il popolo. La grande capacità
comunicativa del
S.M. si manifestò anche attraverso i numerosi libri
da lui scritti:
Dalle montagne del Sud-Est messicano (1995),
Dal
Chiapas al mondo. Scritti, discorsi e lettere sulla rivoluzione zapatista
(1996),
Don Durito della Lacandona (1998),
Racconti per una solitudine
insonne (2001),
Nei nostri sogni esiste un altro mondo. Appunti dal movimento
zapatista (2003),
Libertà e dignità. Scritti su rivoluzione zapatista e
impero (2006) (n. 1957).